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Distanti ma Uniti

Ci sono stata anch’io…

Alla fine posso dire di aver partecipato anch’io a questa iniziativa partita durante il primo lockdown nello scorso anno: il progetto di un Quilt sviluppato di settimana in settimana che ha unito virtualmente le Quilter Italiane ma credo anche di altri paesi.

Non ho fatto il quilt, sia ben chiaro, ma ho avuto l’onore di trapuntare quello di Cinzia: ecco le foto che ha pubblicato quando ha terminato con il binding.

Quiltatura dopo quiltatura sono sempre più convinta che ogni lavoro nasconda una sua storia e venirne a conoscenza mi riempie di gioia ma anche di orgoglio: un lavoro o meglio una passione la mia, che va oltre l’aspetto tecnico e mi coinvolge a livello emotivo. E la storia inizia sempre quando apro il top per stirarlo e prepararlo alla quiltatura. Questa fase per me è di fondamentale importanza e dedicherò proprio un intero post per dare le mie istruzioni alla preparazione dei quilt per la trapuntatura.

Cinzia mi ha consegnato il suo top con un senso di prudenza per aver scelto un’ infinita varietà di stoffe che potevano fare un po’ di confusione: in realtà il risultato è stato uno spettacolo!

Le sensazioni

Dal momento che ho aperto il top per prepararlo alla stiratura sono passate nella mia mente le immagini delle situazioni e delle sensazioni che ho provato durante il lungo periodo di lockdown del 2020. E mi sono immaginata soprattutto i sentimenti e le ansie che ogni quilter metteva da parte, seppure per un breve momento della giornata, per fare un blocco del Quilt Distanti ma Uniti. La voglia di essere insieme, anche se non fisicamente, ha mosso tutte le persone che hanno affrontato questo progetto ed è stato di grande aiuto per molti. Un ringraziamento speciale alle promotrici dell’ iniziativa. Bravissime!

Ogni top, prima di essere montato sul telaio della mia longarm, viene accarezzato, stirato con cura, e sistemato se ha qualche piccola imperfezione oppure se ci sono fili da accorciare o saldare. Da qui in avanti, per ogni blocco che ho quiltato, le sensazioni si sono accavallate .

Tutti i Quilts hanno la loro storia importante da rispettare ma in questo ho percepito il profondo stato d’ impotenza di fronte ad una cosa più grande di noi. Cinzia ha usato tutti tessuti che aveva in casa, un po’ forzatamente ma soprattutto per scelta. E’ la testimonianza tangibile di aver avuto la forza d’iniziare con poco, magari senza sapere se tutto il materiale bastava ma soprattutto di portare a termine con caparbietà e dedizione, un lavoro così articolato.

E’ proprio questo il significato che ho trovato in questo Quilt: affrontare una situazione importante, con i mezzi che si hanno a disposizione, senza sapere se sono sufficienti ma avendo la forza di continuare giorno per giorno per arrivare alla fine orgogliosi di avercela fatta.

Ora torniamo tecnici però!

Tecnicamente è stato un lavoro impegnativo perché composto da una svariata quantità di blocchi grandi e piccoli, che ho quiltato tutti diversamente. Ho usato diversi colori per quiltare sul top: non mi piace vedere troppo contrasto di colore. Sul retro però ho voluto mimetizzare le cuciture con il filo dello stesso colore della stoffa: risultato eccellente con regolazione perfetta delle tensioni. Filo Aurifil sopra 40/2 ed in spola 50/2.

Per fare i disegni geometrici dei blocchi mi sono affidata alle squadrette mie, a quelle di Julia Quiltoff e di Natalia Bonner. Spero di poter fare un album con tutti i disegni dei blocchi che trapunto così da dare spunto a chi si cimenta nella quiltatura anche con la macchina da cucire domestica.

Se hai piacere di ricevere qualche suggerimento per le tue quiltature, scrivimi sui contatti e sarò lieta di darti il consiglio che cerchi.

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