Vai al contenuto

Tutto è iniziato qui!

Giugno 1992 : il mio primo quilt

WORKSHOP ” Patchwork come ricerca espressiva” con l’artista Silviane Zurly Annecy (FR).

Ho scoperto il patchwork quasi 27 anni fa (wow!). In quegli anni osservavo questa tecnica da lontano credendo non mi appartenesse, almeno non tanto quanto il ricamo, inconsapevole che sarebbe diventato poi il mio mondo. Con due stage dell’ artista svizzera Sylvane Zurly, ho incontrato per la prima volta il patchwork .

La tessitura per comunicare

Nel 1992 lavoravo presso un centro per persone disabili psichiche : la terapia occupazionale permetteva di mantenere e potenziare le capacità motorie e cognitive. Cercavamo un filo di comunicazione non sempre immediato : tessitura, ricamo, maglieria e qualsiasi altra attività tessile che permettesse di relazionare con i ragazzi per dare loro la possibilità di creare autonomamente oggetti bellissimi.

L’importanza della formazione

Ho sempre creduto, e lo credo tutt’ora, che la conoscenza e la formazione siano i fondamenti per qualsiasi professione. Prendere parte a stage e momenti di accrescimento mi ha sempre regalato nuove esperienze e conoscenze e questi workshops sono stati sorprendenti.

Un ricordo prezioso

Il ricordo più vivo di quei giorni sono i due tavoli ricolmi di stoffe che Silviane ci ha messo a disposizione per imparare ad accostare i colori, scegliere le pesantezze.
E’ stato un percorso soprattutto sensoriale  tattile e visivo : il patchwork per creare opere tessili senza schemi, liberando la spontaneità. Era quello che cercavo!
Ci siamo immerse in due giornate spettacolari ricche di emozioni e di creatività che Silviane ha saputo condurre cercando di fare conoscere ad ognuna il proprio lato artistico “morbidoso” . La sensazione di felicità e di acquolina in bocca quando tocco i tessuti non mi ha più abbandonata da quel momento.

Libera la fantasia

Ho sempre cercato di lasciare andare le briglie dei miei schemi mentali rigidi  formati durante i miei studi tecnici, ma posso contare nelle dita di una mano i quilt che ho fatto senza badare alle linee e agli incroci.
Così ecco il mio primo quilt : colori sfumati e geometrie perfette.

Patchwork a mano

Il quilt è rimasto nel cassetto moltissimo tempo soprattutto perché di li a poco ho imparato il metodo americano. Ora lo guardo e ne sono orgogliosa perché ho trasmesso quanto avevo imparato ad una ragazza del centro. In un anno ha cucito due coperte completamente a mano: per me vedere la sua fierezza è stata la cosa più importante.

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.